Chi di noi ha meno rispetto per l’ambiente? Esiste un presupposto culturale e religioso che pone qualcuno in condizione di manifestarne meno?
Da cosa nasce il pregiudizio secondo cui una persona Rom o originaria dell’Africa è sporca e, più facilmente, deturpa l’ambiente?
Fare bene o meno la raccolta differenziata dipende dalle proprie origini o addirittura dalla religione…? O piuttosto afferisce al senso civico, che è trasversale e che si costruisce grazie a percorsi educativi e formativi che attraversano l’intera vita di ogni cittadino?
Una serie di documenti descrivono la visione che le religioni hanno del rapporto con l’ambiente e le creature che vi abitano.
Infatti da sempre il tema della natura riveste particolare importanza nel discorso religioso: i libri sacri ne parlano spesso. Quale è allora il rapporto che le religioni hanno con l’ambiente? Esiste una educazione religiosa alla questione ambientale?
E’ possibile (e magari auspicabile) un dialogo ecumenico e interreligioso centrato sull’ambiente come impegno comune intorno alla visione, tipicamente religiosa, della salvaguardia del creato? A scorgere le scritture, ma anche il rapporto che storicamente la varie tradizioni religiose e spirituali hanno avuto con la natura, sembra che a queste domande sia possibile rispondere con profitto.
E quando non convincono le parole, lo possono fare gli esempi, riferimenti universali che abbiamo definito icone: come Laozi, S. Francesco d’Assisi, Gandhi e Antonio Abate, protettore degli animali…
Documento scaricabile
Le religioni e l’ambiente - approfondimento culturale basilare per affrontare l’argomento dal punto di vista interreligioso. Le attività che sono adattabili anche a questo tema, sono presentate alla pagina PREMESSE METODOLOGICHE E DIDATTICHE
Spunti di ricerca e riflessione dal web
Storia del movimento di donne indiane “Cipko” per la preservazione delle foreste
Biografia di Vandana Shiva a cura di Irene Bertazzo
Udienza del Papa del 5 giugno 2013 “La salvaguardia del creato”